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Un signore ospedale,
non solo sulla carta


C’è un dato incontrovertibile e difficilmente contestabile: noi lucani siamo i primi in Italia per emigrazione sanitaria. La conferma arriva dall’ultimo report dell’ Osservatorio Gimbe che ha certificato come per curarsi si sia costretti ad andare al Nord. E purtroppo non è una notizia che ci sorprende: sì, insomma lo sappiamo da tempo.

Quante storie di concittadini sentiamo infatti ogni giorno che partono e che invece avrebbero preferito restare nei nostri ospedali? Quanti medici, infermieri e operatori sanitari bravissimi conosciamo che hanno denunciato la disorganizzazione e la mancanza di risorse? Tanti, troppi. Chiariamolo, questi professionisti non hanno colpe, anzi è solo grazie a loro se possiamo sentirci ancora un minimo sicuri.

Ma i dati sono chiari e questa situazione ci preoccupa e ci indigna soprattutto perché Potenza ha sulla carta un signor ospedale, una struttura imponente che non dovrebbe farci sentire secondi a nessuno. E invece il San Carlo non è più un punto di riferimento per i cittadini e neanche per la Città.

Va detto, la competenza sanitaria ovviamente è regionale, non dipende dal Comune. Tanto è vero che la questione è stata al centro del dibattito dell’ultima campagna elettorale. Ma - badate bene - l’amministrazione comunale dovrebbe avere un ruolo, potrebbe pretendere di più.

Pretendere, per esempio, finanziamenti e competenze. Nell’ottobre del 2019 l’amministrazione Guarente decise di organizzare un Consiglio Comunale Straordinario all’interno dell’Auditorium del San Carlo. Oggi possiamo dire che fu solo un spot che non portò alcun risultato concreto.

Un Capoluogo è tale se riesce a dialogare con le altre istituzioni per avere anche un buon ospedale, un polo sanitario che eviti alle persone i viaggi della speranza e che diventi una risorsa economica per la Città. Sì, perché tra l’altro ci sarebbe anche l’aspetto dell’indotto assolutamente non secondario. Da un buon ospedale potremmo guadagnarci tutti. E questo non avviene.

Per questo proponiamo un tavolo permanente che metta insieme tutte le istituzioni competenti, compreso il Comune di Potenza che finora è stato assente sulla questione.

Non è vero che il Comune non può fare nulla, può fare tanto se solo chi lo amministra ha la credibilità e l’autorevolezza per farsi ascoltare.

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